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lunedì 29 ottobre 2012

Kyo Ichinose

Puntata di Indietravel #16

La sua carriera inizia come compositore alla Tokyo National University of Fine Arts and Music. Tramite strumenti tradizionali e l'unione di questi con field recordings e laptop computer music, con straordinaria capacità compositiva crea atmosfere intime, sospese, delicate. Il suo secondo album, Lontano (2005), è per il magazine Wire uno dei migliori album di quell'anno.
Earthrise 2064 è il suo ultimo lavoro, coprodotto dalla label giapponese Plop e da una assai interessante indie label della Malaysia, la mü-nest (vdi cui abbiamo già parlato in questo post). L’album è stato ispirato, fra l'altro, da Songs of Innocence del poeta William Blake.

Flica

Puntata di Indietravel #16
Innumerevoli sono state le iniziative benefiche a favore delle zone colpite dallo tsunami del marzo 2011 e fra queste vogliamo ricordare anche un prezioso gioiello di suono: una compilation della mü-nest, indie label della Malaysia, che rilascia Our Little Prayers (for Japan), acquistabile su Bandcamp e su questo sito. I proventi sono tutti devoluti al Malaysian Red Crescent Society’s “Japan Earthquake & Tsunami” International Relief Fund. Vi partecipano musicisti indipendenti di Malaysia, Singapore, Indonesia, Thailandia, Cina e Sud Corea che alternano elettronica IDM, indietronica, ambient, con pezzi di sublime bellezza come Reform di Flica. Dietro a questo alias si nasconde il musicista malesiano Euseng Seto, che qui vediamo impegnato in un live set durante il festival DongTaiDu Indie Music di Kuala Lumpur.



Sempre a proposito di benefit compilation a favore delle popolazioni colpite dallo tsunami e dal disastro nucleare di Fukushima, ve ne segnaliamo altre due.

We Are The Works In Progress, sul cui sito troverete i link per acquistare la compilation nei diversi formati disponibili, è stata ideata e curata da Kazu Makino dei Blonde Redhead e contiene pezzi inediti di grandi artisti di avant-gard, elettronica e indie rock contemporaneo tra cui Interpol, Blonde Redhead, Sakamoto, Liars, Terry Riley, Four Tet. Benefit Compilation for Japan è invece della distro-label Kompakt, per gli amanti di techno, house e generi affini.


Lullatone

Puntata di Indietravel #16

La storia dei Lullatone (qui il loro sito, qui il blog) è anche la storia d'amore fra i due membri del gruppo, Shawn James Seymour e Yoshimi Tomida, un ragazzo e una ragazza che si sono conosciuti all’università negli USA e lì si sono innamorati. Lui è statunitense e lei è una giapponese che si trovava negli Stati Uniti per uno scambio culturale. Ora vivono stabilmente in Giappone.
Inizialmente, a comporre era solo Shawn che, poiché si dilettava a suonare durante la notte nella casa che condivideva con Yoshimi, tirava fuori melodie che erano ninnananne che accompagnavano il sonno della ragazza.
I Lullatone sono un duo musicalmente molto prolifico: basti pensare che nel solo 2003, l’anno del loro esordio, rilasciano a distanza di pochi mesi tre album, Computer RecitalMy Petit MelodiesMusic For Apartments.

Già con Computer Recital i Lullatone vengono acclamati dalla critica internazionale attirando l’attenzione anche del più importante blog di musica indipendente, Pitchfork Media.
La loro è una bedroom pop music minimale che unisce elettronica naif e folk da cameretta fatto di glockenspiel, tastierine casio, percussioni rudimentali, registratori e strumenti giocattolo.
I loro pezzi hanno la consistenza soffice di un cuscino e i colori di un disegno dell’asilo. Ecco il video di Growing Up, tratto da Soundtracks For Everyday Adventures.



Su questa pagina del sito dei Lullatone, che rimanda a Bandcamp, troverete tutti i loro album. Dal 2003 al 2011 il duo è stato capace di sfornare ben 14 tra full-lenght, minialbum ed EP, molti dei quali prodotti da una consigliatissima etichetta di Portland, la Audiodregs (satellite della newyorkese Darla Records). Molti dei lavori dei Lullatone sono interamente autoprodotti. Alcuni sono disponibili in free download o dietro offerta libera, come per esempio The Bathtime Beat (2008), album registrato metà in casa e metà nell’aula di musica di una scuola elementare. La title track contiene un assolo percussivo realizzato battendo le mani nell'acqua.
Un altro video, che vede Shawn e Yoshimi alle prese con una Bedroom Bossa Band.


bedroom bossa band from lullatone on Vimeo.

LITE

Puntata di Indietravel #16
Sono un quartetto di Tokyo: Nobuyuki Takeda (chitarra), Kozo Kusumoto (chitarra, synth), Jun Izawa (basso), Akinori Yamamoto (batteria). Il loro sito è http://lite-web.com/news/.
Il sound dei LITE è fatto di intricate architetture math rock che rivelano non solo una grande capacità tecnica e compositiva ma qualcosa che va oltre la matematica.
Forse negli esordi il math rock cervellotico delle loro composizioni poteva lasciare l’ascoltatore non completamente soddisfatto, ma via via, con le nuove releases, i pezzi dei LITE hanno assunto una forma più matura, ragionata e allo stesso tempo emotiva nonché originale.

Il loro ultimo lavoro For All The Innocence è un grande album, registrato incredibilmente in sole due session e 5 pezzi dell’album sono stati mixati e registrati nientemeno che da John McEntire dei Tortoise.
Qui il video di Ghost Dance, una traccia tratta da Phantasia (Transduction Records, 2008) che abbiamo fatto ascoltare durante la puntata radio di Indietravel.


Hujiko Pro

Puntata di Indietravel #16

Il panorama indipendente giapponese è immenso. Solo in ambito elettronico ci sono intere galassie di sottogeneri, etichette, producers con una forte inclinazione anche alla sperimentazione. Vi facciamo conoscere la drum'n'bass e il jungle di Hujiko Pro (qui il sito ufficiale, disponibile solo in giapponese) che si muove in questi generi con originalità, infilandoci dentro jamaica, musica pop giapponese, glitch, hip hop e quello che potremmo definire nerd core. L'affollata discografia, Hujiko Pro conta album, EP, compilation, remixes e potete conoscerla scorrendo questa pagina del sito, a cui vi rimandiamo per amor di brevità. Nell'immagine, la copertina di uno dei album di Hujiko Pro: come potete vedere, ci sono volte in cui anche gli eroi possono farsela addosso.

Yasushi Yoshida

Puntata di Indietravel #16

Proveniente da Osaka, classe 1978, Yasushi Yoshida è un artista che nasce come compositore e nel corso della carriera incrocia il suo percorso col teatro, collaborando con la compagnia teatrale Oi-SCALE per lo spettacolo Michigaere Sekai, la danza e le arti visive. Nel 2006 approda alla Noble Records rilasciando Secret Figure, un album intenso, dove i delicati arrangiamenti di chitarra e piano incontrano atmosfere minimal elettroniche e leggere brezze d’archi. Quest’album, come i successivi, sono per l'esattezza coprodotti Noble e MIDI creative.

Nel 2008 esce Little Grace e, credeteci, basta solo il titolo per descriverlo. Nel suo ultimo lavoro, Grateful Goodbye, Yasushi riesce a creare armonia perfetta tra post rock musica per film, indie folk orchestrale e musica classica.
Grateful Goodbye è un album che ha un’eco anche al di fuori dei confini nipponici e che porta Yasushi in tour al fianco di grandi nomi del calibro di Pan America e Arab Strap. Sotto, il video di Permanent Yesterday (da Little Grace).

Kazumasa Hashimoto

Puntata di Indietravel #16
I cinque album all’attivo di Kazumasa Hashimoto (in ordine di uscita: yupiepitaphGlliaEuphoriamTokyo Sonatastrangeness) fanno guadagnare a questo musicista fama in patria e fuori: Tokyo Sonata, la colonna sonora composta per l'omonimo film, gli regala nel 2008 il premio della giuria nella sezione Un Certain Regard del Festival del Cinema di Cannes.
Kazumasa ha studiato composizione. E la componente colta della sua musica si riconosce subito: può essere rappresentata da un pianoforte, un flauto dolce, degli archi, una chitarra, ma la trovi sempre presente, incastonata fra glitch, field recording, voci a volte processate a tal punto da non farti neanche capire se a cantare sia un uomo o una donna.

PlopNobleFlyrec sono le tre etichette di Tokyo che hanno di volta in volta pubblicato i lavori di Kazumasa. Qui sotto potete guardare il video ufficiale di There’s Gold Everywhere.



Miaou


Puntata di Indietravel #16
Tokyo è la città di provenienza di questo trio (Tatsuki Hamasaki e le sorelle Mayumi e Hiromi Hasegawa), che suona assieme dal 1999 anche se per la prima release ufficiale, Happiness, ci fa attendere fino all’agosto 2003. Un album post rock interamente strumentale, con qualche episodio math, come in Pao 2000 e Water & Me, una lunga suite di oltre 13 minuti in chiusura (che è il pezzo a nostro avviso più interessante dell’album).
Nel 2005, su Teto Records, una piccola etichetta indipendente di Tokyo, esce Make These Things Alright: gli ingredienti sono quelli del precedente album ma le architetture risultano molto più solide, l’aria è molto più distesa, gli arrangiamenti più curati...un gran bell’album.
Negli anni successivi i Miaou iniziano lunghi tour in Giappone, Australia e Usa, rilasciano altri EP e nel 2008 pubblicano All Around Usun disco in cui accanto alle chitarre iniziano a comparire i primi synth che segnano un ulteriore sviluppo del suono dei Miaou. Con l’album The Day Will Come Before Long (Thomason Sounds, 2011) la band si allontana anni luce dagli esordi arrivando ad esplorare i mondi dell’indietronica, del glitch e di sonorità molto vicine a quelle islandesi dei múm (di cui potete leggere in questa pagina del nostro blog).
Qui sotto una versione live di Up And The Sky, traccia di The Day Will Come Before Long. Di The Lost Souls, il brano realizzato con la collaborazione di Radical Face, alias Ben Cooper, trovate il video ufficiale su Youtube.



Teto Records produce il loro ultimo lavoro, Into Your Pocket, un EP di 3 pezzi (gli inediti Into Your Pocket e Secret Eyes e il remix della band svedese EF Longing For Colours) su audio cassetta edizione limitata.

sabato 14 aprile 2012

Intervista alla redazione della rivista Rarinantes

Ecco il testo dell'intervista fatta alla redazione della rivista Rarinantes andata in onda durante la puntata di Indietravel dell'11 marzo, che abbiamo dedicato alla musica indipendente del Giappone in occasione del primo anniversario dello tsunami del 2011. Nel menu a lato della pagina, troverete il link al sito di Radio Radicchio dove potrete riascoltare il podcast della puntata.
Hanno risposto alle nostre domande Roberto Greco, Annalucia Prete e Federica Marsano (responsabile di Rarinantes), che ringraziamo molto della disponibilità.


Spiegateci cos'è Rari Nantes. Una forma di street communication? Un'urgenza di comunicazione? Guerrilla marketing?

(Roberto) Bella domanda, Gigi! Diciamo che il progetto nasce un po' per caso nel 2010 dalla voglia che ognuno di noi ha di comunicare, di interagire con il mondo che lo circonda e trovare nuovi punti di contatto e nuovi stimoli per arricchire un dibattito culturale ormai stagnante e secondo noi anche scontato. Il primo numero aveva lo scopo di pubblicizzare i servizi e le strutture che con tanta passione portiamo avanti all'interno dell'associazione di Parabita (in provincia di Lecce, ndr) di cui facciamo parte, Il Laboratorio. Dal primo numero di Rarinantes al secondo, abbiamo voluto cambiare il taglio editoriale e stravolgere quindi i canoni precedenti, capendo anche l'importanza del coinvolgimento delle persone. Abbiamo fatto ciò grazie all'utilizzo di una nuova tecnica di comunicazione, di una nuova forma di comunicazione: il guerrilla marketing, appunto. E, sinceramente, ha avuto un successo straordinario.


A proposito, diteci come hanno reagito i vostri concittadini di Parabita all'iniziativa e come si sono posti nei vostri confronti i media convenzionali locali, vista la particolarità del metodo di distribuzione, riconducibile alle forme di guerrilla marketing: la cittadina si è infatti svegliata una mattina piena di grucce in giro con appeso uno strano giornale.

(Annalucia) Sì, effettivamente la modalità di diffusione della rivista si è presentata alquanto stravagante e originale. Rari Nantes infatti si è presentato ripiegato su una gruccia appendiabiti disposta sugli arredi urbani nelle principali strade del paese. È stato davvero bello vedere lo stupore negli occhi dei parabitani che si avvicinavano incuriositi alle panchine, alle siepi, alberi e alle altre strutture e spazi pubblici per visionare e scoprire questa strana novità. Novità che ha suscitato grande entusiasmo anche nei media locali, che si sono dimostrati interessati al nostro tipo di comunicazione definita non convenzionale, con informazioni alternative, inusuali e innovative, fuori dai canoni e dagli schemi tradizionali.


A noi è sembrato che Rarinantes, più che una comunicazione inusuale nel territorio e del territorio, sia una forma di comunicazione che potremmo definire, pensando a Zygmunt Bauman, glocale. Ci pare che ciò sia testimoniato dal fatto che nel primo numero, uscito a marzo del 2011, gli articoli sono di ampio respiro e vanno dalle conferenze ONU di Kyoto e Cancún sul clima alle politiche culturali e giovanili del basso Salento. Queste ultime, peraltro, sono prese in considerazione con una capacità di disamina molto critica che non è solo di denuncia ma anche (e profondamente) propositiva. Tutto questo è solo una nostra impressione?

(Federica) Effettivamente, glocale è la parola giusta, illuminante, nel senso che abbiamo voluto trattare inizialmente temi globali: con l'inchiesta sull'AIDS, per esempio, ci premeva affrontare il problema non soltanto ricordando che il 1 dicembre è la Giornata Mondiale contro l'AIDS, ma anche cercando di discuterne e di ricordarlo ai nostri concittadini parabitani e a chi leggeva il giornale.


A proposito di tematiche relative alla salute, è vero che avete in programma di iniziare una rubrica aperta alle domande dei lettori a cui risponderebbero esperti nel campo?

(Federica) Sì, la rubrica è Rari Answer e ci affidiamo ad un consultorio: chiunque voglia sapere il punto di vista di un esperto può scrivere sulla rubrica (all'indirizzo email rarianswer@rarinantes.info). Tornando al precedente discorso sul glocale: oltre al già citato articolo sull'AIDS, sul numero del 2011 della rivista parlavamo anche di ambiente nell'articolo sulla conferenza ONU di Cancún; l'anno scorso per noi era importante affrontare anche la problematica ambientale perché, ricordiamolo, il 2011 è stato l'anno del referendum in Italia sul nucleare e quindi era importante lasciare anche noi, come Rarinantes, come giovani di un Paese che ha lottato contro il nucleare, la nostra impronta. Abbiamo parlato anche delle rivoluzioni arabe perché, come territorio, ci affacciamo sul Mediterraneo, gli arabi sono i nostri “vicini” e non potevamo assolutamente dimenticarli. Volevamo cercare, quindi, di portare quel vento rivoluzionario anche qui. Circa le tematiche più inerenti all'istruzione, alla cultura, alla storia, abbiamo cercato, strategicamente, di affrontarle dal punto di vista locale: Rarinantes, infatti, essendo una rivista che si pone come strumento di battaglia culturale, non può non parlare di tematiche come istruzione e cultura senza partire dal locale e quindi senza fare da vetrina a tutte quelle associazioni e quei personaggi importanti che vogliono partire da Parabita, dal Salento e dalla Puglia ed esprimere la propria cultura, la propria idea di cultura e le proprie opinioni.


Spiegateci anche il nesso fra questa puntata di Indietravel, che è dedicata alla musica underground giapponese e la vostra rivista. Chi ci ascolta starà sicuramente chiedendosi cosa le leghi...

(Roberto) A nostro parere, crediamo che il nesso sia uno solo: la sensibilità che ognuno di noi esprime nei confronti di quanto successo un anno fa in Giappone. Il nuovo numero di Rarinantes, uscito l'11 marzo 2012 nel primo anniversario dello tsunami, è infatti solo ed esclusivamente improntato sul Giappone. Noi abbiamo espresso la nostra sensibilità attraverso la scrittura, voi, a vostro modo, attraverso la musica. Il nesso è proprio quello di voler sensibilizzare le menti di chi ascolta o ci legge al disastro inenarrabile che ha colpito quel Paese. Fondamentali sono stati i contributi che ci sono arrivati in redazione al tema monografico che abbiamo voluto sviluppare. Il vostro è stato un articolo sui suoni e la musica del Sol Levante; in più, fondamentale è stata per noi la testimonianza diretta che Simone Legno, fondatore del famosissimo marchio Toki Doki, ha raccolto da un giornalista di tutto rispetto, inviato di Sky Tg24: Pio d'Emilia. Dobbiamo dire un grazie particolare a Barbara, un'amica che darebbe tutto per il Giappone. Vorremmo ringraziare anche chi sostiene la nostra iniziativa: lo sponsor ufficiale di Rarinantes, che è la cooperativa Lecce Città Universitaria, e le Officine Cantelmo.


Rarinantes ha inaugurato da qualche settimana il proprio sito. Lì e sull'edizione cartacea (che si può richiedere scrivendo a rarinantes2010@libero.it), potrete leggere un nostro articolo sulla musica giapponese. In bocca al lupo e buon lavoro a tutta la redazione!

domenica 18 marzo 2012

Tracklist della puntata sul Giappone

Di seguito la tracklist della puntata che abbiamo dedicato al Giappone in occasione del primo anniversario dello tsunami:
Miaou - Small Dream
Kazumasa Hashimoto - Slow Motion
Yasushi Yoshida - Grateful Goodbye
Hujiko Pro - lijima
LITE - Ghost Dance
Lullatone - Checking Things Off Of A To-Do List Early In The Morning
Lullatone - My Portable Melody
Lullatone - The Bathtime Beat
Flica - Reform
Kyo Ichinose - 8 hands
Kyo Ichinose - Beams Of Love
 

Le etichette della puntata sono state: Teto Records, Plop Records, Noble/MIDI, Flyrec, Transduction Records, Audiodregs, mü-nest, Kompact.
Tutte le info, recensioni, video, link per l'ascolto dei pezzi o per il free download (quando messo a disposizione dagli artisti stessi) di alcuni album sulla puntata "Giappone" sono online nella sezione Puntate di questo blog. Scegliete dalla voce del menu principale in alto PUNTATE>Giappone oppure cliccate qui.
Presto i podcast della puntata sul sito di Radio Radicchio.

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